OPOA Marsia: IGP e biologico

Nata dalla fusione di due Organizzazioni di Produttori
del Fucino nella primavera del 2018, OPOA Marsia
è un’OP di 24 soci tra cooperative e consorzi, per un
totale di circa 140 operatori, una superficie dedicata a
orticole di oltre 1.200 ettari e un fatturato attorno ai
40 milioni di euro. Una realtà che fa delle carote il suo
fiore all’occhiello. Ne abbiamo parlato con il presidente
Luigi D’Apice.
Cosa rappresentano le carote per OPOA?
“La Piana del Fucino è un territorio a forte vocazione
orticola: il clima continentale, i terreni dall’impasto
tendente al limoso e la sua altezza di 700 metri sul livello
del mare ne fanno un’area particolarmente adatta
alla coltivazione di carote, riconosciute ed apprezzate
dal consumatore per il loro sapore dolce e la tenerezza.
Ad oggi tale produzione, che copre l’intero
periodo da giugno a fine novembre, si estende su circa
250 ettari per un totale di 15 mila tonnellate all’anno,
di cui parte certificati IGP e parte bio. Parlando di
vendite il nostro principale canale sono i mercati all’ingrosso
a cui è destinato il 70% dei volumi, mentre
la GDO e l’industria assorbono il resto del nostro venduto.
Le esportazioni, sebbene rappresentino ancora
solo una piccola quota del totale, segnano un trend in
costante crescita, soprattutto per il prodotto biologico,
che ad oggi equivale al 25% del totale ”.
Come è andato il 2020? E le previsioni 2021?
“Il 2020 è stato un anno ambiguo con quantità vendute
difficilmente replicabili. Quest’anno percepiamo
preoccupazione tra i clienti, che faticano a chiudere i
contratti in anticipo come noi ci augureremmo per
programmare l’offerta. Le incertezze legate al contesto
di crisi sanitaria ed economica si stanno ripercuotendo
sulle attività quotidiane e questo crea problemi
in fase di pianificazione. A differenza della stagione
precedente, la semina è iniziata con qualche settimana
di ritardo. L’esperienza insegna che ad una semina
tardiva corrisponde una maggior qualità finale; speriamo
venga confermato”.
Qual è il punto di forza della vostra OP?
“L’organizzazione e la gestione centralizzata delle
vendite, con il supporto di una figura commerciale interna
all’OP. Quest’anno alle difficoltà nel concludere
contratti si deve aggiungere l’elevata disponibilità di
offerta a fronte delle tante semine registrate dai nostri
storici produttori di patate che cercano riscatto al difficile
anno del comparto producendo carote”.
Quali strategie perseguite come OP?
“La programmazione dell’offerta e l’export, soprattutto
verso Germania e Regno Unito. Poi c’è la produzione
bio, strada che abbiamo intrapreso con
entusiasmo”.

Fonte: Corriere Ortofrutticolo